Monday 15 March 2010

Shaker Village

Allora, una volta ho letto uno di quei libri tipo "Tutto quello che avreste voluto sapere su come scrivere una tesi di laurea ma non avete mai osato chiedere" - a dire il vero, non l'ho letto tutto, e poi l'ho letto dopo aver scritto la tesi, ma adesso mi sa che non importa - insomma, dicevo che ho letto questo libro, e c'era un esempio in cui si spiegava a chi si accingeva a scrivere una tesi che, solitamente, lo scrittore-di-tesi attraversa un primo momento di euforia, poi uno di sconforto in cui gli pare di aver sbagliato tutto, fino a toccare un minimo (in cui, alcuni lo sapranno, la funzione avente come ascissa il tempo e come ordinata una misura del "grado di confusione o insoddisfazione" ha la sua derivata prima pari a zero, e la seconda positiva) dal quale risale velocemente fino alla conclusione del lavoro. Da qualche parte del libro ci sarà sicuramente stata qualche avvertenza del tipo "non scrivete dei periodi troppo lunghi" ma, come già detto, io ne ho letto solo un pezzo.
In ogni caso, quello che volevo dire è che l'altro giorno mi è parso di oltrepassare il periodo di minimo nella registrazione del nuovo CD. E infatti, stasera comincio a registrare la voce nelle nuove canzoni, a cominciare da "Shaker Village", che è il titolo provvisiorio di un pezzo che mi è venuto l'anno scorso in Kentucky (a proposito, appunto, dello "Shaker village", una di quelle comunità religiose americane che si vedono nei film). Che poi, siccome non riesco a scrivere di una cosa per più di qualche riga (tranne oggi, ovviamente), ne parlo solo la prima strofa, e poi divago non so nemmeno io dove. Va be'.

Adesso mi mangio un hamburger con patatine e poi vado giù. Ciao.

6 comments:

Anonymous said...

Un vero pasto all'"ameregana" per nutrire la tua ispirazione di derivazione kentuckyiana.

Lo zio Frank

ps: io mi ricordo che all'inizio della tesi, non sapendo bene come procedere (il professore mi aveva detto: tu comincia a scrivere) ho messo dentro un sacco di cose per un ammontare di pagine che ce ne scappavano come minimo due di tesi...

zero in-coscienza said...

E'sulla natura del "giù" che mi sto interrogando da un pò...

alberto said...

Zio Frank, l'esatto contrario di quanto ho fatto io. Dopo circa un anno che avevo chiesto la tesi il professore mi chiede a che punto sono e io gli dico "sto leggendo per documentarmi!". Poi però son partito a razzo.

Farfa, ecco, mi hai fatto venire in mente una cosa talmente profonda che temo a dirla. Infatti, ti dico che "giù" è il mio ex-garage, ora studio-di-registrazione-da-single (cioè, è piccolo).

Anonymous said...

BURP!
:)

Molly Jones

Anonymous said...

"Shaker Village" sembra qualcosa di divertente e brioso. Io, se possibile, lo terrei come titolo definitivo :)

Elena

alberto said...

Magari lo tengo come secondo nome, quello confidenziale. :)