Thursday 28 May 2009

Non si finisce mai di conoscere se stessi

E così, prima scopro di essere indie, ora di essere un artista di strada. Oppure una delle due: o artista o di strada; non mi sbilancio e lascio decidere agli altri.
Detto ciò, ho finalmente scoperto dove suono il 13 e 14 giugno, e cioè ove le immagini allegate eloquentemente indicano (Full Circle è il nome della band, formata solo da me e Paolino Tomatis, considerato che il batterista non riesce a venire).

Come leggo dal volantino, faremo “brani in forma acustica provenienti dalla tradizione angloamericana, ampio spazio all’improvvisazione”. Il che, devo dire, suona proprio bene. Evviva. Mi eserciterò suonando "Under the old Kentucky moon" dei Tom Springer & the Moondogs, la prossima settimana, nel bel mezzo della bluegrass country.

In scaletta, oltre a qualche pezzo di Dreamsongs appositamente riarrangiato, anche molti pezzi altrettanto sconosciuti della tradizione angloamericana (Flying Burritos, Little Feat, The Band…).
Spero solo di non aver sonno quando torno, che odio viaggiare di notte e la mattina dopo lavoro.

Monday 25 May 2009

Post inquieto

Bah, oggi sono inquieto. Sarà stata ieri la siepe, o il Kentucky che si avvicina. Oppure è normale essere inquieti, ogni tanto. In ogni caso, stasera mi rimetto giù a registrare il pezzo del charango, quello ha tutta l’aria di essere disinquietante.

Tuesday 19 May 2009

Indie, sporco e cattivo

Stamattina mi sono alzato e mi sono accorto di essere indie. Davvero non me ne capacito. Ieri sera ero lì, ad ascoltare i Beatles e i Rolling Stones, e avevo mille donne se cantavo Help o Ticket to ride, eccetera eccetera, e adesso sono indie. Mio Dio, dev’essere stato qualcosa nella torta pasqualina. Oppure no, ho preso il virus da piccolo. Tipo quando guardavo Bergman e fuori orario alle tre del mattino, e mi ero infatuato di Bibi Andersson. In realtà ero già infetto, quelli erano i sintomi. E ho il mio bel da fare a cercare di nasconderlo sotto il mio maglioncino a “v” e la camicia button down, non ce la farò mai. Uffa.

Monday 18 May 2009

Il punto (1) e (3) sono superflui

(1)
Un punto singolare è quando tu guardi giù, ed è molto giù. Oppure guardi su, ed è molto su. Solo che non hai alternative al guardare o su o giù. Quando questa discontinuità si presenta è sempre troppo presto. O troppo tardi. Ci si potrebbe chiedere, questione accademica, se esista un istante in cui poterne approfittare: la risposta è no, assolutamente. Oppure si, incondizionatamente. La soluzione è sempre infinitamente grande o infinitamente piccola. E tante altre amenità come questa.
(2)
Oggi è lunedì mattina. Credo. Così mi hanno fatto credere. In ogni caso, per svegliarsi c’è The Houses of the Holy.
(3)
Dimmi si, quando è no.

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Friday 15 May 2009

Su un concerto misterioso il 13 e 14 giugno a Milano

Dunque, il 13 e 14 giugno suono verso Milano. Di preciso non so dove, né di che manifestazione si tratti. Non so nulla a parte la data, ecco. In ogni caso, ieri ho provato qualche canzone da fare, e mi sono accorto che non riesco nemmeno ad arrivare a metà strofa di Dream Song che già ho finito il fiato. Magari posso far finta di arrivare sul palco di corsa, così c'ho la scusa. Tipo che me lo potevano dire prima dov'era di preciso 'sto cavolo di concerto. Che l'ho dovuta fare a piedi dai Navigli. Eccetera eccetera.
Detto questo, ieri son stato tre ore ad accordare il charango, che proprio si rifiutava. Alla fine non è che si sia nemmeno fatto accordare tanto bene, per cui ho deciso di registrare un pezzo stonato. Così, tanto per mettere le mani avanti.
Ciao.

Monday 11 May 2009