Friday 23 October 2009

Pensiero profondo del venerdì

Ebbene, l’odierno pensiero profondo appartiene a Jack White (White Stripes) e recita così:

"do not trust people who call themselves musicans or record collectors who say they don't like Bob Dylan or The Beatles. They do not love music."

E io son completamente d’accordo. Tra l’altro la frase continua così:

"They love record sleeves and getting attention for their hobby, but they don't love music."

Detto questo, io c'ho fame, non so voi.

21 comments:

harvey said...

è un po' come chi si definisce artista, già, e sa chi cosa abbia dipinto giotto. o scrittore e non abbia mai letto cecov. le definizioni di sé sono un'involuzione.
detto questo, sto già mangiando patatine.
sei incinto?

alberto said...

Dici che devo fare il test?

harvey said...

sì. attento che non si mette in bocca come abbassalingua il bastoncino, eh.
casomai le istruzioni non fossero chiare.
che una volta ho letto che uno ha usato un mouse come pedale sotto la scrivania. vabbé che io. vabbé, lasciamo stare.

alberto said...

Allora harvey, ecco la ricetta del polpettone che non è una grossa polpetta (cioè alla genovese). Non so le dosi, perché vado a occhio, ma son sicuro che non ne hai bisogno. Non so nemmeno se la ricetta originaria è proprio così, a dire il vero.

Dunque, fai lessare i fagiolini e le patate (più fagiolini che patate), poi li fai passare entrambi per ottenere un composto polpettabile. Dopo che si sono un po’ raffreddati, aggiungi del parmigiano grattato, sale, noce moscata, pepe, pane grattugiato ed un uovo (o due, a seconda di quanto impasto fai) e fai ben amalgamare.
A questo punto tu credi di dover fare un polpetta, se pur grossa, e invece no! Devi ungere una teglia (meglio carta da forno con poco olio), stendere il composto livellandolo ad uno spessore di circa due centimetri (o poco più), fare delle riche con una forchetta su tutta la superficie e quindi cospargere con altro pangrattato. Metti in forno a 200° e quando la parte sopra è dorata il polpettone che non è una grossa polpetta è pronto.

La cosa bella di questo polpettone è che stupisce. E’ molto più buono della somma di ciò di cui è composto. Io, se non mi fermano, mi finisco una teglia da solo!

harvey said...

ma certo!
è una grossa crocchetta al forno!

grazie, quoquo.
capito alla perfezione.

gnam.
per me è sempre ora di pranzocenacolazione.

Anonymous said...

Volevo segnalarti questo gruppo che secondo me si avvicina ai tuoi gusti:
The Duckworth-Lewis method.
Dopo l'ascolto quasi quasi mi veniva voglia di iscrivermi a un corso di cricket...
Lo zio Frank

alberto said...

harvey, hai ragione, lo chiameremo "Crocchettone alla genovese!" ahahaha!

Zio Frank, il nome ispira tantissimo! Ora vedo di procurarmi qualche loro disco...

Anonymous said...

grazie anche da parte mia per la ricetta, io sono ancora menomata perché senza forno, ma prima o poi...

poi volevo dirti che secondo me mozart amava la musica ma non conosceva i beatles e bob dylan. ergo de gustibus. a me piacciono i beatles e non troppo bob dylan, non assurgo ad essere musicista, ma credo di amare profondamente la musica. come potrei essere così danzerina se così non fosse? io la celebro con tutto il mio essere. per dire che non sono affatto d'accordo con il sig. white. che poi vuoi dirmi che magari una tribù africana che non ha contatti col mondo non ama la musica per questo? lo trovo un po' un giudizio da paraocchi. ecco.

ranez

alberto said...

Be’, è sicuramente un’affermazione estrema e snob, e proprio perché snob l’ho citata e apprezzata. Però, ranez, è chiaro (o almeno, lo era a me quando l’ho letto) che J.White si riferisce a chi si definisce “musicista o collezionista” rapportandosi al ristrettissimo mondo di una certa musica rock. Chiaramente, come dici tu, Mozart o la tribù africana sono esclusi a priori. Così come, a mio vedere, sono esclusi molti “collezionisti o musicisti” di jazz, o anche chi ascolta hip-hop, ad esempio.
La critica è rivolta a tutta una schiera di cosiddetti “amanti della musica”, che si auto-definiscono profondi conoscitori della musica, e che poi snobbano i Beatles e Dylan senza in realtà conoscerli (se poi sono anche scemi, fanno il confronto con i Rolling Stones). Potrà sembrare strano, ma i due nomi sopra citati sono anche fra gli autori meno conosciuti da un certo pubblico di esperti con la puzza sotto il naso. Sotto questo aspetto, la frase di White sottintende un “noi ci permettiamo di essere snob nei vostri confronti, perché lo siamo a fronte di una conoscenza delle cose, e non dell’ignoranza”. E sottintende anche il fatto che non sempre l’interesse verso una cosa implica l’amore verso la stessa. Prova a leggere qualche recensione di musica e ti accorgerai di come a volte chi recensisce ama più parlare di sé che della musica. Ama lo status. E, di solito, non ama i Beatles e Dylan…
Si, non l’ho spiegata benissimo, ma forse si capisce. E poi non hai nemmeno il forno, cosa pretendi? Ahahah!

Anonymous said...

ah beh, se è così son d'accordo. però poteva dirlo meglio. voleva fare effetto, dai.
poi i critici fanno i critici perché non sanno FARE e tanto meno CREARE.

pensa a tutta l'arte concettuale che io aborro. dimmi che quelli che fanno certi obbrobi amano l'arte. dai. è tutto business, purtroppo. e quel che è peggio è che sono proprio loro a portarti al successo o a seppellirti. gli invidiosi, dico.

sempre ranez

alberto said...

Si, però non mi citare il FARE maiuscolo che mi ricordi Berlusconi! ahahaha!

Che poi, se c'è una cosa che non sopporto dell'arte concettuale (non la sopporto in generale, ma lì in particolare perchè è quasi tutta così) è la provocazione. Come si fa a dare valore a una cosa perchè è provocatoria? Io proprio non afferro il concetto, nemmeno nella musica. Io, a uno che mi vuole provocare, gli darei un ceffone.

Anonymous said...

Giornalista musicale? uno che non sa scrivere che parla di qualcosa che non conosce per gente che non sa leggere...
la famosa definizione del vero zio Frank del giornalista musicale.

Lo zio Frank

ps: io non so da quanto non compro più una rivista di musica...

alberto said...

Zio frank, mi dissocio da quello che hai detto! (scusa, è che c'ho il conflitto d'interessi, e dopo mi fanno delle recensioni schifose solo perchè ce l'hanno con me... ahahah!).

p.s. non dirlo a me. A parte Blow Up, quando c'è uscita la mia :)

Anonymous said...

Ops, se il mio post sarà fonte di un qualsiasi danno alla tua immagine, mi scuso e chiedo umilmente perdono.

Lo zio FRank

Lily Briscoe said...

L'arte concettuale non è necessariamente provocatoria, e se lo è, non è comunque la provocazione il suo intento. Il suo intento è esprimere un concetto, un pensiero, che poi sia un pensiero provocatorio è un'eventualità.
Comunque anche a me non piace, e mi piacciono Bob Dylan e i Beatles. Tutto torna.

alberto said...

Be', avevo intuito che l'arte concettuale avesse a che fare con l'espressione di un qualche concetto :)
Però, Lily, come dici tu: tutto torna.

harvey said...

ahahaha.

vabbé, mi fai ridere a prescindere.

zero in-coscienza said...

io anche, in compenso s'è poi più capito se sono fratelli, cugini, comodini o flipper?

alberto said...

hoi ridarella harvey, torno ora dal produttivo nord est. E dalla polenta coi chiodini e la soppressa!

farfa, a me piace continuare a credere che siano fratelli. Mi piace di più così.

Anonymous said...

ma questo vien qui solo per magnare?

ranez-nordestissima anomala

alberto said...

Eh, ma sai che non sei l'unica dirmelo? ahahah!