Monday 22 June 2009

Nastri e tabù

Alla fine, arriva sempre il momento in cui decido di tirar fuori i vecchi nastri (quelli dove registro i provini) alla ricerca di qualcosa di buono per farci una canzone, o da inserire in qualche canzone. Questi nastri sono, ovviamente, pieni di pezzetti che ho perlopiù dimenticato, ma il fatto è che c’è una ragione se li ho dimenticati: sono orribili. Non li ho semplicemente dimenticati, li ho rimossi! A questo si aggiunge il fatto che potrebbe anche capitarmi fra le mani un nastro di quelli più vecchi (tengo tutto, compulsivamente, ma disordinatamente), e quindi qualche pezzo che non solo mi sembra tremendo ora, ma mi è sembrato tale chissà quante volte negli ultimi vent’anni. Tipo una agghiacciante coazione a ripetere.
Allora mi chiedo: ma non è meglio se li cancello? Mi faccio questa violenza ora, per non farmela in futuro, come Ulisse con le sirene. Appena sento un pezzetto di quelli da brivido “zac!”, lo cancello e non esiste più. Però, mi rimarrebbe il dubbio di aver cancellato un capolavoro che avrei capito solo fra altri vent’anni (qui il pubblico ride).
Anche se alcune cose sono veramente imbarazzanti.
Insomma, sono cose da tenere nascoste.
Cose che non farei sentire a nessuno.
Cose che se qualcuno le sentisse, poi dovrei ucciderlo.

10 comments:

Anonymous said...

Io non cancellerei niente se non strettamente necessario, uno spunto per tirare fuori qualche buon pezzo potrebbe sempre saltare fuori...
Lo zio Frank

alberto said...

Infatti, credo proprio che farò come dici, zio Frank.
ieri, però, mi sono anche sentito un nastro che avrò avuto 15 anni e amalapena sapevo accordare la chitarra! Va be', quello lo tengo come cimelio.

amelia said...

è come per le cose scritte. a me non serve che passino 10 anni. faccio fatica a rileggere le cose che ho scritto una settimana fa.
non le rileggo.
e sì, non butto via, ma soprattutto per capire quello che non devo più fare.

amelia

alberto said...

E allora riascoltare le vecchie cassette è come andare a scuola.

balconaggio said...

uguale per le arti figurative, ho ritrovato in vecchi libri disegni fatti a tre o quattro anni, non li pubblicherei, ma mi ricordo esattamente quanto impegno ci avevo messo e le emozioni collegate, mi ricordo perfino la frustrazione di non avere una tecnica all'altezza delle mie aspettative.
al di là dell'autocompiacimento nostalgico in cui si può facilmente indulgere, in questo genere di riesumazioni, mi limiterei all'aspetto professionale che possono veicolare le antiche istanze espressive, per evidenziare possibili lacune o eccessi cui si va incontro con gli anni e ritrovare quel continuum personale artistico nascosto sotto i numerosi cambi e cesure stilistiche e tecniche che noi stessi abbiamo operato nel tempo sulla nostra forma espressiva.

balconaggio said...

francone, quello vero non ha mai buttato niente, se vi è mai capitato di vedere l'archivio della famiglia zappa...

alberto said...

Però scartare, a volte è necessario; anzi, fa parte del processo creativo (parolona).
Questa cosa che un CD debba per forza avere 13 o 14 canzoni, ad esempio, a me pare più un auto-indulgenza degli autori nei confronti di sé stessi, che un dono nei confronti di chi acquista. Voglio dire, a meno che tu non abbia in mano il “White Album” o “Exile on main street” è bene che ci pensi due volte prima di mettere troppi pezzi in un disco. Io difficilmente 14 canzoni le reggo, a meno che l’autore non sia un genio (e anche in quei casi mi fermerei a 12).

Faccio un nome: l’ultimo CD di Andrew Bird “Noble Beast” potrebbe essere bellissimo… se non avesse quattro o cinque pezzi di troppo! Cominci a sentirlo e ti dici “magnifico!”, e poi ti ritrovi al decimo pezzo chiedendoti quando cavolo finisce. Sono certo che togliendo qualche pezzo, potrei arrivare al decimo e pensare “che bello, ora ricomincia!”.

Anonymous said...

Sono d'accordo,anche se alle volte penso sia difficile stabilire quale siano le cose da eliminare...
il pubblico alle volte non ha la stessa sensibilità dell'artista nel giudicare il contenuto di un opera, soprattutto quando si ha a che fare con fan sfegatati che adorano qyualsiasi cosa esca dai loro beniamini.
Zappa è un esempio i9nteressante in tal senso, perchè ha conservato un archivio che riserva sempre sorprese e che lui ha continuato a curare fino alla fine proprio recuperando e rimettendo a posto vecchie registrazioni.
Scusate se mi sono dilungato...
Lo zio Frank (quello falso).

zero in-coscienza said...

Non sai quanto ti capisca in questo momento difficile in cui proceredai alla distruzione della prova delle tue mediocrità..
A me capita la stessa identica cosa quando leggo robe vecchie scritte anni e anni e anni fa. La sensazione è di scavarsi una fossa e ricoprirla di milioni di anni di strati di carbon fossile. Una cosa però mi vien da dire: ci aiutano a capire come eravamo: senza vergogna e senza pudore!
Farfa

alberto said...

Zio Frank: (l'appellativo "zio" ti distingue dal Frank originale), è vero, il problema di chi ne frusce c'è. Ma a me fa più paura (parafrasandoti) quando si ha a che fare con beniamini che adorano qualsiasi cosa esca da loro stessi"!

Farfa: ahahah! Cos'è questa confidenza che mi parli della mia mediocrita? Oh!!! Però è vero: senza pudore e senza vergogna, purchè rimanga tra sè e sè.