Monday 19 March 2012

New review on BUSCADERO by Andrea Trevaini

"Queste canzoni scendono nel cuore e lo scaldano, quasi ci portassero ricordi lontani in bianco e nero".

Review by di Andrea Trevaini on BUSCADERO (sorry for the bad quality of the picture).

5 comments:

Anonymous said...

Niente di nuovo... ma se il nuovo alle volte non ci dice niente... sarà che io sono un "passatista" anche nelle novità...

Lo zio Frank

alberto said...

zio Frank, cogli sempre il cuore della questione. Nei miei deliri di oltre 38 di febbre, pensavo proprio a questo stanotte. Ho tutta una teoria in merito, mi limito a chiedere, per adesso (anche perché sto scrivendo dal palmare!), cosa e chi intendano per "nuovo", visto che io di nuovo non vedo nulla da diversi decenni. Mah...

Anonymous said...

A mio modestissimissimo parere la questione stia in questi termini: il suono... a me piacciono in genere le sonorità anni '70 diciamo, quindi cerco volentieri musicisti o gruppi che si rifanno a quel tipo di suono... se poi chi produce questi suoni vive tra noi ben venga.
Questi giorni stavo ascoltando "Quadrophenia", per dirne uno... al giorno d'oggi cose con la stessa "potenza" (e non parlo di suono o chitarre pesanti...) faccio difficoltà a trovarne. Ripeto, è il mio modestissimissimo parere, che se lo butti sulla rete tocca stare molto attenti, ché trovi qualcuno pronto a scannarti...

Lo zio Frank

alberto said...

Bello Quadrophenia, anche il film.
In realtà, anche a me piacciono molto le sonorità anni '70, solo che nelle mie canzoni proprio non ci stanno. A casa faccio delle gran schitarrate con la gibson e poi, quando è ora di registrare, tiro fuori l'ukulele. ahahah!

Comunque, relativamente al “nulla di nuovo” ed al “assomiglia a questo e a quello” io la penso così. Se facciamo ascoltare i Kinks, periodo dal 65/68, a qualcuno che non è espertissimo di musica, dice: sembrano i Beatles. I Monkees, da piccolo, a me suonavano come i Beatles. Persino gli Stones del ’67 sembrano i Beatles! Per non parlare di Zombies, Hollies (e i pezzi di Nash con i CSN?), ecc…

La verità è che chiunque scriva una canzone che:
1. si rifà alla tradizione folk di lingua anglosassone;
2. abbia nella melodia e nell’armonia una base fondante;
3. sia suonata con strumenti “rock”
alla fine assomiglia ai Beatles. Semplicemente perché loro hanno istituzionalizzato tale forma (e forse la maneggiavano meglio degli altri). Ma da qui a dire che chiunque la utilizzi, anche oggi, rifaccia o copi i Beatles, ce ne corre. Sarebbe come dire che Webern e Berg avrebbero potuto fare a meno di scrivere musica, tanto c’era già Schönberg. Oppure che Braque copiava Picasso.
Vogliamo dire che Elliott Smith ha semplicemente rifatto i Beatles? Ma va. Ha scelto una forma canzone e l’ha sviluppata con la sua sensibilità. Certo, c’è anche chi “si atteggia a” o “copia” tout court (ad es, alcune cose degli Oasis), ma poi sta a chi ascolta (e ai critici per primi), capire e saper cogliere la differenza.
D’altra parte, il periodo “pop” è durato talmente poco (dal 65 al 70?) che affermare che non ci sia più nulla da dire al riguardo è assurdo. Allora smettiamo di far fotografie, sai quante ne hanno già fatte, a cose servono di nuove? Eccetera…

Poi c’è il fatto del “nulla di nuovo”. Perché, chi fa qualcosa di nuovo? E cosa significa? Quando mi si darà qualcosa di veramente nuovo, allora prenderò la cosa sul serio.Tra l’altro, giusto per citare una cosa mia: che qualcuno provi ad ascoltare “Nothing Compare sto your eyes”, che è una canzone che scorre bene e sembra semplice semplice, e poi provi a canticchiarla. Voglio vedere se ci riesce :) Poi ne riparliamo.

L’ho fatta lunga, eh?

Anonymous said...

La faccio breve io: una riflessione ponderata ed esaustiva che mi trova completamente d'accordo.
Fai cio che ti "senti" di fare e,visti i riscontri molto positivi, va bene così... (non è una citazione di Vasco, sia chiaro!)

Lo zio Frank