Thursday, 23 September 2010

Solo cose belle (e una farfalla che batte le ali)

Allora è successa una cosa bellissima e incredibilissima: una nota multinazionale (che fa pneumatici) ha scelto Dream Song per la sua prossima campagna pubblicitaria, e ne ha acquistato i diritti per due anni in Europa, Russia e Sud Africa (salvo estensioni in altri paesi). Io ho visto lo spot ed è bellissimo! Se aggiungo che quella canzone l'ho sognata, pare ancora più incredibile, no?
Tra l'altro, il primo contatto è avvenuto in questo blog: qui.

Poi altre cose belle sono che diverse College Radio stanno continuando a programmare i pezzi di Dreamsongs (ad esempio la KBGA del Montana).

E oggi mi ha scritto http://www.rebelradio.fm/ dicendomi che trasmetteranno presto Touched By a Cloud.

E voglio prendermi una casetta in montagna.


Insomma, tutte cose belle!

Wednesday, 1 September 2010

I'm back

In the picture, me and windy walking back from Brittany.

Tuesday, 10 August 2010

Ebbene...

Ho appena scoperto che Pirate Cat Radio, che trasmette dalla baia di San Francisco, ha passato qualche mia canzone nei giorni scorsi. Mi piacerebbe saperle in anticipo certe cose, almeno per sentire cosa dicono fra un pezzo e l'altro, ma arrivo sempre in ritardo. Però da oggi sono in ferie, quindi va bene lo stesso.

Thursday, 15 July 2010

Aggiornamenti vari

Dunque, cinque canzoni del nuovo album sono pronte, ma solo cinque. Quindi, mi sa che ritardo l’uscita ancora un po’. Tanto non c'è fretta, no? E poi ieri ne ho cominciata una nuova e vorrei mettercela. Quasi quasi faccio un EP di anticipazione con alcune delle canzoni finite, giusto per far vedere che son vivo.O ppure no, che poi bisogna promuoverlo e compagnia bella e ci perdo ancora più tempo.

Non sono ancora andato al mare e son bianchissimo. Tanto sarei bianchiccio ugualmente. Intanto mangio tanta insalata e pochi carboidrati. Per la prova costume. Ahahaha!

Wednesday, 23 June 2010

Le mosche del capitale

Ero in libreria, l'altro giorno - anzi, era sera - e mi è capitato fra le mani "Le mosche del capitale" di Paolo Volponi. E' stata una di quelle folgorazioni che capita, ogni tanto, quando inciampi in qualcosa e, guarda caso, era proprio quello che avresti voluto trovare in quel momento.
Io Volponi non l'avevo mai letto, perchè da piccolo ero scemo. Ma forse è meglio così, perchè forse a quell'età non l'avrei apprezzato. E' che Volponi, come me, è di Urbino. E così da piccolo mi capitava di passare in piazza ("in piazza" a Urbino è una specifica e ben definita piazza: Piazza della Repubblica) e sentir dire "ah, è appena passato Volponi...", e io pensavo che fosse uno un po' così, famoso a Urbino o giù di lì. E anche quando è diventato senatore mi dicevo che tanto qualcuno doveva pur diventare senatore, a Urbino. Tutte le città hanno un senatore, no?
Comunque, Paolo Volponi, oltre ad essere stato uno dei più grandi scrittori italiani del '900, è stato dirigente nella ditta che ha rappresentato una delle esperienze industriali più illuminate e esaltanti d'Italia, e forse del mondo: la Olivetti di Adriano Olivetti. "Le mosche del capitale" è un romanzo sul mondo dell'industria italiana, della finanza e del potere, ricavato dalle sue dirette esperienze in Olivetti e in Fiat. Ma è un romanzo, non un saggio o un resoconto. Un romanzo in cui Volponi fa parlare, oltre ai protagonisti, tutti gli oggetti che li circondano: le calcolatrici, le potrone, i ficus, i pappagalli... Ed è bellissimo. Dal meraviglioso incipit, in cui descrive una città in cui "dormono tutti o quasi, e anche coloro che sono svegli giacciono smemorati e persi... e mentre tutti dormono il valore aumenta, si accumula secondo per secondo all'aperto o dentro gli edifici", al discorso in cui si arriva al titolo del libro:

Un giorno dirò tutto, scriverò un memoriale, un libro bianco sui grandi dirigenti, sulle grandi politiche aziendali, la verità sulla ricerca e sullo sviluppo, sulle qualità produttive, sugli investimenti, sulle grandi novità tecnologiche, sui grandi, questi sì, altro che grandi, prelievi personali e soprusi, sulle mosche, sì, le mosche del capitale.
Si fermò su questa immagine, che gli pareva cogliesse esattamente la banda dei suoi nemici, tutti gli amministratori e i manager industriali di successo, fatti di voli e voletti, di ali e alette… azzurre come cravatte… tutti a modo, con gesti e accenti, aggiornamenti e riverenze, relazioni e riferimenti, le sapienti colorate voraci mosche del capitale, sì, le mosche… per di più svolazzano e ronzano dappertutto, in bell’inglese, per andare a succhiare e a sporcare.

Gli alberi sparirono nell’ombra e il canarino, sempre muto, rapidissimamente guardava in giro, come impressionato dalle mosche, come se ne temesse l’avvento.

Se non è bello questo, non saprei cos'altro.

Wednesday, 16 June 2010

Il potere del cipollotto

Da piccolo, a Maerne, il signore che aveva un orto subito al di là della rete di confine del nostro condominio mi ha dato un cipollotto appena colto, e mi ha detto di assaggiarlo. Era dolicissimo. Sarà per questo che ora metto cippollotti ovunque, è stato l'imprinting a 5 anni.
Il vicino si chiamava Giovanni, come il cervo che vedevamo sempre al Cansiglio. Il cervo, ovviamente, non poteva essere sempre lo stesso, ma io credevo di si. E poi magari era un daino.

Ho letto tanti libri ultimamente, e visto tanti film, che anche se volessi non me li ricorderei tutti. Dico a caso i primi due che mi passano per la testa, di quelli che mi sono piaciuti:
La sottile linea scura, Joe R. Lansdale
Il potere del cane, Don Winslow.
Insomma, è una scelta casuale del cavolo, sono gli ultimi due che ho letto.

E comunque, abbiamo al governo proprio dei pezzi di merda.